Mientras que Hermanos Thonet hacía mueble curvado de líneas puras y poca o nula decoración, características que fascinaron a los integrantes del Movimiento Moderno, la fábrica Hijos de D. G. Fischel en Niemes (Mimon, hoy República Checa) establecida a partir de 1870, introdujo elementos como el torneado de los respaldos y la talla en sillas, sofás y mecedoras, siendo esta una de las características distintivas de la firma de Bohemia. Más tarde Thonet y Kohn introdujeron, principalmente de modo opcional, la talla entre las funciones de su producción porque era un elemento decorativo demandado por los clientes. Pero el mérito de ser introductor de la talla en el mundo del mueble curvado es de Fischel.

Normalmente la talla se colocaba en la parte superior del respaldo de la pieza, representada así en el catálogo, salvo en un caso, un tanto especial, el del sofisticado modelo nº 99 compuesto de silla, sillón y canapé. Disponemos de varias imágenes de este modelo: del catálogo de 1909 donde aparece completo -en el de 1889 sólo aparece la silla-; de un ejemplar del sofá del enrejillador Cláudio Vittorello, de Brasil; y del álbum de fotografías de los trabajadores que hizo la empresa en 1896. El modelo se fabricó por tanto, al menos entre 1889 (primer catálogo conocido de Fischel) y 1909. Fischel exportaba mucho a América Latina por lo que no es extraño encontrar muebles suyos en su mercado anticuario y en sus hogares. Por otra parte, hay que mencionar que el principal empresario que hacía mueble curvado con talla en España era Alejandro Delgado, de Murcia.


Este modelo de Fischel se caracteriza por la riqueza de la talla, no sólo en la parte superior del respaldo sino también en la decoración interior, haciendo una pieza tallada la función de sustento de los dos rizos de madera curvada que contienen. Tenemos que admitir, sin habernos sentado nunca en una mueble así, que debía ser un poco molesto para la espalda, donde se debía clavar inevitablemente la talla. Habría que probarlo. En cualquier caso una decoración «innecesaria» y «delictiva» para aquellos que siguen la filosofía proclamada por el arquitecto Adolf Loos. El modelo tiene un impacto visual netamente historicista, aspecto subrayado por el hecho de que se entregaba con acanalados dorados.
En 1896, con motivo del traspaso de la fábrica a un nuevo propietario se hicieron fotos de los trabajadores con mobiliario y herramientas de trabajo que se recogieron en un precioso álbum conmemorativo. En una de las fotografías aparecen, suponemos, los tallistas, posando con un respaldo del canapé nº 99. También hemos encontrado casualmente un anuncio de 1907 de la casa Armengol, de Lleida, ilustrado con este modelo.


Questa mia è una comunicazione per il signor Julio Vives Chillida di cui non ho l’indirizzo mail. Non ha a che fare con questo post in particolare. Faccio riferimento a immagini che spedirò appena saprò dove inviarle
Stimatissimo signor Julio,
appena trovato sul blog dell’amico Renzi indicazione sulla sua attività nel campo dei mobili in legno curvato ho ordinato il suo libro e poco dopo l’ho avuto. Di solito fatico (senza apprezzabili risultati) con il tedesco dei libri che ho sul legno curvato e devo andare solo per intuizione e con rammarico di non capirci niente, altro che le illustrazioni e poco più. Finalmente mi sono trovato per le mani un libro in cui riuscivo a capire tutto… tutto, senza avere mai studiato lo spagnolo. Poi ho avvicinato il suo blog e sono rimasto impressionato della documentazione iconografica in suo possesso. Ci siamo incontrati, senza saperlo, all’inaugurazione della mostra di Renzi dell’anno passato cui ho partecipato imprestando per l’occasione a Renzi la mia bellissima fioriera n°3 che faceva una gran bella figura in mezzo a tutto il resto. Giampaolo e Manuela sono stati così gentili da mettermi, nell’opuscolo della mostra, tra le persone da ringraziare. Seguo costantemente il loro blog e spesso intervengo.
Ho il criterio di mettere in uso gli oggetti che ho per cui più che altro ho delle sedie di cui sono molto contento (un paio di dondoli, una chaise longue, la fioriera e altro). Non me ne intendo, ma ritengo che alcune siano abbastanza rare: ho la 26, la 31 (che ritengo molto molto più bella della 30) e la 145 di Kohn, la sedia e la poltrona 32 di Fischel, la 4, la 13, la 22 e la 27 Thonet. E tante altre di più facile reperimento che tutte mi appagano l’occhio. Posseggo anche una 301 cui lei ha dedicato un post. L’ho comperata dalla signora Viviani: Di questa le mando una foto dell’impagliatura dello schienale come l’ho avuta (la stessa foto compare anche nel libro dell’amico Gardini). Poi mi si è rovinata e la mia amica Roberta me la ha rifatta con grande perizia: le mando anche una foto della impagliatura rifatta (se le interessa ho anche alcune foto delle fasi della impagliatura). Le sarei molto grato se potesse mandarmi una scansione più dettagliata (maggior risoluzione (dpi)) delle due foto presso l’hotel Regina che aveva messo nel post.
Le mando anche la riproduzione di un quadro di una mia amica (Edy Grassi, se dovesse pubblicarla) che penso non stia male nel suo archivio: la sedia è quel che è (non mi piace molto), ma il quadro è interessante: ne ho fatto partecipe anche Renzi. La sedia assomiglia molto a quella del Café Riche a Marsiglia su cui ha realizzato un post.
Spero che questa mia sia di suo interesse e soprattutto che le risulti facile capire cosa racconto, come succede a me per quanto lei pubblica.
Complimenti per il suo blog e per la documentazione in suo possesso.
Saluti
Gianni Mergoni
gianmer@live.it
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